
La scelta del nome “Ernani” si deve ad uno dei fondatori della Torrefazione: un grande appassionato di Opera ed in particolar modo affascinato dall’omonima opera di Giuseppe Verdi, Ernani.
Ha immaginato che i valori rappresentati metaforicamente nella storia – a dire il vero poco convincente – dell’opera, ossia coraggio, spirito visionario e voglia di rivoluzione, sono gli stessi che anche noi volevamo trasmettere attraverso il nostro caffè. Una voglia smisurata di partire dalla tradizione italiana dell’espresso, rompendo però gli schemi ed offrendo un qualcosa di diverso e unico.
Ma chi era Ernani?
Come già detto, Ernani è il protagonista dell’opera Ernani di Giuseppe Verdi, da un libretto di Francesco Maria Piave.
Il dramma si svolge nella Spagna del 1519 dove il bandito Don Giovanni d’Aragona, in arte Ernani, al fine di rivendicare l’uccisione del padre, è alla guida di una rivolta contro il Re Carlo.
La rivolta di Ernani fallisce ed il ribelle, travestito da pellegrino, si rifugia presso Silva.
Silva, grande di Spagna, nonché zio di Elvira, è anche il promesso sposo della donna. Anche il Re Carlo è innamorato di Elvira, ma lei ricambia il sentimento solo di Ernani.
Re Carlo, all’inseguimento di Ernani, arriva al castello, ma non riuscendo a trovare Ernani, chiede a Elvira di seguirlo. Per proteggere Elvira, Ernani disperato decide di raccontare a Silva che anche re Carlo è innamorato della nipote e chiede aiuto per rivendicare l’onore offeso di Elvira.
Silva acconsente ed Ernani sancisce il patto dandogli un corno da caccia: quando Silva vorrà la morte di Ernani, soffierà tre volte nel corno ed Ernani si toglierà la vita.
Nel terzo atto, ambientato nel sotterraneo della cappella di Aquisgrana, proprio sulla tomba di Carlo Magno, si riuniscono i congiurati, capeggiati da Ernani, ma anticipati proprio da Carlo che rivendica il trono imperiale e decreta la morte dei due: Ernani e Silva.
A questo punto interviene Elvira in difesa di Ernani, la quale supplica Carlo di risparmiare il suo innamorato e lo zio.
Carlo cede, acconsentendo addirittura al matrimonio fra Ernani ed Elvira.
A questo punto però Silva irato medita vendetta per le sue nozze appena sfumate con la donna.
Il quarto atto inizia così sulla terrazza nel palazzo di Ernani, dove è in corso la festa degli sposi. Ad un certo punto uno dei servitori nota però un uomo vestito con un mantello nero e mascherato, dallo sguardo pieno d’ira e con atteggiamento furtivo.
E nel momento in cui Elvira ed Ernani si scambiano finalmente amore eterno, si sente il suono di un corno. Ernani capisce all’istante, memore del giuramento stretto con Silva, e allontana Elvira. Tolta la maschera, Silva si svela e ricorda a Ernani il patto.
Ernani, fedele alla parola data, è costretto a rispettare il giuramento, così afferra un pugnale e si uccide.
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