
L’espresso è la bevanda simbolo del Made in Italy nel mondo.
Ha aiutato a costruire l’idea della “dolce vita” italiana, di convivialità, dialogo e comunità.
Viene consumato quotidianamente dal 95% della popolazione adulta. In altre parole: tutti noi lo beviamo tutti i giorni e lo apprezziamo come poche altre cose al mondo.
Ma sappiamo davvero che cos’è l’espresso?
Oggi ne parliamo un po’ e ti svelo 3 aspetti che forse ancora non conosci!
L’amarezza dell’espresso
Negli anni ho notato che ci sono due diverse interpretazioni su questo argomento:
- Quelle dei clienti che “Se il caffè non è amaro non è un vero caffè.”
- E quelle invece “Non capisco perché la gente dice che una cosa così amara sia buona”
Quindi clienti che la apprezzano e che la ricercano come l’aria e altri invece insoddisfatti di questa caratteristica.
Beh, vi svelo un piccolo segreto: il caffè non deve essere amaro, o per lo meno non in modo eccessivo e fastidioso.
L’amarezza infatti deriva da:
- La caffeina: nel caffè Robusta c’è il doppio della caffeina dell’Arabica, quindi la robusta mediamente è più amara
- Dalla zona di coltivazione della pianta: più il caffè cresce in pianura e più è amaro. Quindi anche in questo caso sono le Robuste che esprimono maggiore amarezza, proprio perché crescono in pianura. Mentre le arabiche, crescendo dai 900 ai 2200 m di altitudini sono più dolci e/o acide
- Dalla tostatura: una tostatura eccessiva rende il caffè solo e molto amaro, rinunciando a tutte le altre note aromatiche positive o ai gusti dolci e acidi

- Dall’estrazione: se il tuo barista non è formato e non sa come si prepara correttamente il caffè, potrebbe offrirti una tazza sotto o sovra estratta. Il risultato è una grande e cattiva amarezza.
La parola d’ordine in questo caso è BILANCIAMENTO, tra una morbida amarezza, dolcezza e acidità.
Se il caffè che bevi è invece solo molto amaro potrebbe essere o di bassa qualità o preparato male!
La crema alta e spessa non è sinonimo di qualità
Quanti di voi nel loro espresso cercano solo corposità e una crema bella spessa?
E quanti hanno fatto la famosa “prova dello zucchero” per capirne la qualità?
Sappiate che purtroppo la crema, soprattutto se spessa, non è sinonimo di qualità!
Non fraintendetemi, l’espresso per definizione deve avere sia un buon corpo che avvolge la lingua, sia una crema compatta, che trattiene gli aromi della bevanda fino all’assaggio.
L’espresso è infatti una bevanda molto concentrata, se non avesse il corpo sarebbe un caffè filtro “all’americana” per intenderci.
Ma la crema di un caffè di elevata qualità è color nocciola, sottile, liscia, lucida, compatta e persistente nel tempo.
Vediamo meglio le diverse caratteristiche:
- Color nocciola: quindi di un bel marrone caldo e invitante. Se è pallida o al contrario troppo scura, significa che il caffè è stato preparato male e quindi anche il gusto sarà spiacevole.

- Sottile: dovrebbe essere spessa infatti solo pochi millimetri, indice di una buona estrazione e soprattutto di una materia prima di qualità. Quando vedi una crema davvero molto spessa e piena d’aria in genere si tratta di caffè Robusta, considerati meno pregiati. Inoltre essendo piena d’aria scomparirà molto più velocemente.
- Liscia: possiamo dire come l’olio! Ossia senza “onde” e senza il classico effetto a buccia d’arancia.
- Lucida: prova quindi a mettere il caffè contro luce e vedere se la riflette!
- Compatta: senza micro o macro bolle.


- Persistente nel tempo: significa che deve durare almeno 1 minuto dalla fine dell’estrazione, proprio perché ha il compito di trattenere tutte le note aromatiche nella bevanda fino al nostro assaggio. Se ricevi un espresso con la crema già “bucata”, dove si vede sotto la bevanda, chiedi che ti venga rifatto!
Quindi è giusto dire che la crema è indicatore della qualità o meno di un espresso, ma è sbagliato dire che quella di qualità è quella spessa, perché è proprio il contrario!
Lo zucchero nell’espresso
Questo punto lo tratterò in modo veloce: se hai bisogno di zucchero per berlo, forse il caffè è difettoso o è stato preparato male!
Come detto infatti nel primo punto, il caffè dovrebbe avere un gusto bilanciato tra amarezza, dolcezza e acidità, presentando anche un ampio e pregiato ventaglio aromatico.
Se il caffè è buono e preparato bene, mettere lo zucchero diventa un vero spreco!
Lo zucchero infatti renderebbe bene o male tutti i caffè uguali, eccessivamente dolci, perdendo quindi il bilanciamento e soprattutto andrebbe a coprire tutte le note aromatiche più pregiate e delicate!
Capisco anche che se si è sempre bevuto il caffè con lo zucchero da una vita intera, toglierlo, soprattutto se si acquista un caffè di bassa qualità, non è semplice. Ci sono passata anche io, che addirittura ero arrivata a mettere 3 bustine di zucchero in un solo espresso.
Prima di tutto mi sono approcciata al mondo del caffè di qualità, riducendo le bustine a una per caffè. Poi ho deciso che volevo eliminarlo del tutto.
Le prime due settimane sono state terribili perché non mi piaceva il gusto. Però ho tenuto duro e piano piano mi sono abituata.
Dopo un paio di mesi però mi sono detta: “Oggi mi bevo il caffè come piace a me, per una volta metto una bustina di zucchero” e niente l’ho buttato me lo sono rifatto. Non mi sembrava più caffè, ma uno sciroppo aromatizzato al caffè, non riuscivo più ad avvertire tutto quel ventaglio aromatico che lo rende speciale e memorabile.
Quindi prova anche tu a togliere lo zucchero e tieni duro per il primo mese! Non riuscirai mai più a rimetterlo!
E tu le conoscevi tutte queste informazioni?
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