
Hai mai pensato cosa significa realmente avere un bar?
No, non sto parlando del lavoro operativo… intendo a livello emotivo.
Molti pensano che avere un bar sia “semplice”. Nulla di più sbagliato!
Avere una caffetteria infatti non è solo servire caffè… è molto di più!
Chi decide di intraprendere questa strada, non ha scelto solo un lavoro, ma un vero e proprio stile di vita.
Avere un bar significa svegliarsi prima dell’alba, quando la città ancora dorme, per preparare il primo espresso della giornata e accogliere uno a uno tutti i clienti che hanno bisogno di energia per iniziare la giornata.
Avere un bar significa conoscere tutti i clienti per nome, ricordarsi come prendono il caffè e capire da uno sguardo se oggi hanno bisogno di un sorriso in più.
Avere un bar significa sentire il rumore della macchina espresso come una melodia. La massima espressione della musica arriva poi durante la montatura del latte. Un bravo barista infatti riesce a montarlo solo ascoltando ad occhi chiusi.
Avere un bar però significa anche cambiare i ritmi della propria vita, adattandoli al servizio dei molti.
Avere un bar è fatica e sacrificio, e spesso ti porta a dover fare rinunce nella vita personale.
Ma è anche soddisfazione, quando un cliente ti dice: “Qui il caffè ha un sapore speciale”, oppure “Con questo tuo sorriso oggi la giornata andrà bene!”.
Avere un bar significa creare un piccolo angolo di casa per chiunque entri, senza mai discriminare nessuno, perché un bar non è solo un locale… è un punto di incontro, di storie e di emozioni.
Decidere di lavorare in una caffetteria è pura passione.
Scrivo tutto ciò per due motivi:
Il primo e il più importante è
Ringraziare tutti i baristi e bariste che ogni giorno fanno del loro lavoro, la loro missione, che mettono il cuore in ogni singola tazzina e che ci accolgono con un sorriso, senza mai mollare davanti alle sfide e alla stanchezza.
Il secondo è mostrare il reale lavoro che si cela dietro al banco, non solo quello romanzato che si immagina quando si è dei semplici clienti.
La proprietà di un bar infatti è un sogno popolare per molti imprenditori. L’ambiente stimolante, i clienti interessanti e gli eventi divertenti ne accrescono il fascino.
Ma come per qualsiasi attività, è importante confrontare tutti i pro e i contro.
Qui di seguito riporto un audio virale su diversi social dell’ultimo anno:
“Fategli fare i camerieri ai vostri figli,
che a suon di
“grazie”
“prego, s’accomodi”
“benvenuti”
l’educazione diventa un riflesso condizionato
e il sorriso un’arma per andare avanti.
Fategli fare i cuochi ai vostri figli,
che quando lavoreranno con gente di tutte le etnie e religioni
impareranno che il razzismo è una cosa da sfigati
e che ci sono così tante storie nelle culture
che manco Netflix…
Fategli fare i baristi ai vostri figli,
impareranno che con l’alcol in corpo
siamo tutti uguali,
dal ricco imprenditore al morto di fame
e che quello che vogliamo in fondo è solo un po’ d’ascolto
in un mondo che ormai non ha più tempo da perdere.
Insomma…
Fateli lavorare nei ristoranti i vostri figli,
anche solo un paio di giorni,
così come vi dicono di fargli fare sport di squadra,
i doposcuola e le gite educative.
Ecco,
il nostro campo è una sala e una cucina,
la nostra strategia d’attacco è sputare il sangue
per regalare un’emozione,
il nostro goal
rubare un complimento, un sorriso, una pacca sulla spalla,
e il nostro arbitro
è ogni persona che si siede ai nostri tavoli.”
Certo, non è scritta da Dante, ma il messaggio che manda è fortissimo, e ogni volta che lo ascolto mi travolge. Mi colpisce dritta al cuore, perché ci sono passata e so esattamente di cosa sta parlando.
Come ho detto prima, questo mestiere richiede sacrificio e non è per tutti, e purtroppo non lo è neanche per me, che non ho retto dopo il quarto anno.
Ma mai rinnegherò quei quattro incredibili anni.
Mi hanno formata come lavoratrice forse anche più dell’università.
Mi ha insegnato almeno la metà delle cose che oggi ancora uso.
Ha instaurato in me passione e dedizione.
E mi ha insegnato che nulla va dato per scontato e che non ci sono lavori di serie A o serie B.
Mi ha mostrato il rispetto.
Chiunque mi conosca sa bene che a tutti i ragazzi giovani alle armi con la prima esperienza lavorativa o a tutti i genitori con cui parlo, dico sempre: fate almeno qualche mese dietro un bancone o in un ristorante, vi cambierà per sempre e vi educherà alla vita.
È il lavoro più bello del mondo 💛
Marketing, E-commerce e Social Media Manager
Coffee Lover
Loris Coppa
Ho iniziato a fare il barman mentre andavo alle scuole superiori.
Era il lontano 1987.
Avevo 17 anni.
Ho avuto per 5 anni un locale con la mia famiglia a Tenerife.
Adesso siamo nel 2025 e sto per aprire un bar a Milano.
Faccio questo lavoro dal 1987.
Difficile,stancante, stressante però bellissimo.
In un bar puoi servire re e mendicanti.
E tutti devono essere trattati allo stesso modo.
Tutti sono clienti.
Tutti hanno scelto di entrare nel nostro bar.
Sicuramente è una scuola di vita incredibile, questo lavoro.